‘Il salto nel buio’, un giorno di Base Jump con Maurizio ‘Maury’ Di Palma

Noi di Storytellers abbiamo passato un’intera giornata sul Monte Brento, location trentina unica, con Maurizio e Cristian, base jumpers per eccellenza. Abbiamo provato delle grandi emozioni, ma non vogliamo anticiparvi nulla… leggete la nostra storia e buon ‘base jump’ a tutti.

Sabato ore 3:30, super levataccia dopo essere rientrato a casa alle 2. Un caffè super potente, un lavaggio super veloce e verso le 4:15 parto in direzione Pietramurata, anzi più precisamente località Gaggiolo, a circa 30 minuti da Trento.

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Lì ad aspettarmi c’è il mio amico Davide, con cui il giorno prima avevo preso accordi di vederci  a casa sua e subito dopo,  insieme a ‘quei pazzi’  base jumpers, Maurizio e Cristian, di trovarci tutti al bar Parete Zebrata (bar che prende il nome dalla parete conosciuta anche con il nome di  “Placche Zebrate”, palestra naturale del Monte Brento, nonché luogo famosissimo e frequentato da climber e BASE jumpers di tutto il mondo).  Era la mia occasione di provare una nuova esperienza, se non direttamente saltare giù con la tuta alare,volevo almeno provare l’emozione di  essere lì con loro, salire un pezzo di montagna, seguire la loro preparazione. Per me questa è già una grande emozione.

Dopo le dovute presentazioni, (era la prima volta che vedevo Maurizio e Cristian), saliamo tutti in macchina di Davide e da lì proseguiamo in direzione Dro-Riva del Garda. Dopo una ventina di minuti di curve e tornanti, verso le 5:15, alle prime luci dell’alba, arriviamo alla base del Monte Brento, ma già a più o meno 1000 metri di altitudine, parcheggiamo la macchina e iniziamo ad addentrarci nel bosco, dove di lì a poco avremmo percorso il sentiero e quindi ‘l’ avvicinamento’ verso il ‘Becco dell’ Aquila‘ (piccolo segmento di roccia posto sul Monte Brento, chiamato cosi per la sua somiglianza appunto ad un becco aquilino,è una palestra perfetta per praticare il BASE Jump, essendo una parete dritta, senza protuberanze).

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Il sentiero non presenta grosse difficoltà, è una passeggiata appunto non difficilissima, con una paio di salitine più impegnative. Vai a  spiegarlo a ‘quei pazzi’,che portano con se tutta la loro attrezzatura in uno zaino non proprio leggerissimo  (anche se va detto che chi  vuole, può prendere un ‘taxi’, che salendo da una strada forestale ti accorcia non di poco il cammino ). Io, dal canto mio, avevo con me  uno zaino con un po’ di materiale video, una reflex ed un piccolo cavalletto. Il mio scopo, anche se ancora non l’ho detto, era portarmi  dietro qualcosa da questa esperienza. E cosa c’è di meglio di immagini e video per avere un ricordo il più indelebile possibile? Mi  rispondo da solo..proprio niente.

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Tornando alla nostra camminata, il sentiero varia da alcune zone sottobosco, dove si possono ammirare degli splendidi alberi ad altre più aperte, ed infine una zone più rocciosa, con alcune cavità a forma di piccole grotte, che si aprono su di essa, prima di arrivare nel tratto finale costeggiato da varie falesie. Arrivati nel tratto più aperto, rimango stupito nel vedere che ci sono tantissimi jumpers che continuano a sbucare dal bosco, posando la loro attrezzatura sul terreno e quindi iniziare la lunga e delicata fare di preparazione al salto.

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Quello che mi colpisce a prima vista è che ci sono ragazzi da tutte le parti del mondo, Spagna, Russia, Stati Uniti, naturalmente Italia e chi  più ne ha più ne metta. E’ un vero e proprio rito quello a cui assisto, una vera e propria vestizione. Riporre lo zaino, aprirlo, prendere la  tuta, indossarla, tutto osservato nei minimi dettagli e con la dovuta cautela e lentezza.

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Io intanto sono li che seguo questa preparazione e filmo tutto quello che mi trovo davanti,  prima di arrivare al vero e proprio ‘becco dell’ aquila’, una roccia piatta ma leggermente  pendente, ormai liscia per il continuo passare di gente e quindi piena di corde di sicurezza a cui aggrapparsi, piccola base da cui si effettua il salto vero e proprio. Da un lato ci sono io e Davide che muovendoci a destra e sinistra cerchiamo di catturare con le nostre reflex alcuni dei  momenti più belli e intensi, dall’ altra ci sono Maurizio e Cristian che sono li a supervisionare e a dare consigli e suggerimenti ai ragazzi pronti a saltare.

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Quello che vedo dopo è qualcosa di stupendo e intenso. Mano a mano che i ragazzi sono pronti, uno alla volta, ma a volta anche due in successione, arrivano sul ‘becco’, preparazione, concentrazione e poi giù in velocità, in un secondo spariscono dalla mia vista e sono già in volo con la loro tuta alare, prima di aprire il paracadute.

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Lo spettacolo lassù è indescrivibile, un paesaggio mozzafiato, in lontananza varie cime e in basso un bello scorcio del lago di Cavedine. C’è ancora tempo anche per Maurizio e Cristian di lanciarsi insieme, in Tandem (un vero lancio in paracadute, possibile ora anche senza aver nessuna conoscenza di paracadutismo, perché l’istruttore è proprio lì incollato alle tue spalle).

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Dopo più di 4 ore decidiamo che abbiamo  materiale fotografico e video a sufficienza ed io e  Davide riprendiamo i nostri zaini e ci  apprestiamo a scendere e tornare già, questa  volta senza troppi sforzi, al parcheggio dove ci  attende la nostra auto. Nella discesa incontriamo  sul sentiero ancora un via vai di gente che sale ed effettuerà a sua volta il ‘salto’.

Una bellissima esperienza, non ho altre parole per descrivere questa giornata. Grazie a Maurizio, Cristian, Davide che mi hanno permesso di ‘volare con la mente’ di stare lì con loro e di condividere anche un po’ con me questa loro grande passione.

Qui il link del video della nostra esperienza. Maurizio invece vi spiegherà cosa vuol dire per lui essere un base jumper. Buona visione

La Foresta di Ghiaccio: un film “Trentino 100%”

Al cinema dal 13 novembre, “La Foresta di Ghiaccio” è un film, un misto tra  thriller e noir, girato interamente in Trentino nella suggestiva atmosfera della Valle di Daone.

“La Foresta di Ghiaccio” è un thriller attualmente in programmazione nelle sale italiane. La pellicola è stata presentata il 13 novembre al cinema Modena di Trento alla presenza di buona parte del cast e della troupe. Grande sorpresa per il pubblico presente in aula: prima della proiezione vera e propria i presenti hanno potuto assaporare il backstage realizzato dalla filmmaker trentina Katia Bernardi.

Il film, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma lo scorso 23 ottobre, sta conquistando i favori del pubblico e della critica in giro per il mondo (di recente ha ottenuto grandi applausi al Tokyo International Film Festival).

La storia è ambientata in un remoto paesino delle Alpi Carniche al confine tra Italia e Slovenia, dove si consuma l’epico scontro fra un giovane tecnico, giunto per una riparazione alla centrale elettrica, e due fratelli del posto dall’identikit misterioso.

“La Foresta di Ghiaccio” è un thriller interpretato da un cast di livello internazionale, a partire dal grande attore/regista Emir Kusturica per proseguire con Adriano Giannini, Ksenia Rappoport, Domenico Diele e una buona fetta di attori locali, capeggiati dall’esperto roveretano Giovanni Vettorazzo.

L’opera seconda di Claudio Noce è marchiata 100% Trentino. E’ stata, infatti, girata interamente in Trentino e per la precisione nella Valle di Daone. Il nucleo centrale della vicenda, per di più, si svolge attorno alla diga di Malga Bissina.

D’inverno il paesaggio offre delle meravigliose passeggiate con le ciaspole, mentre d’estate il luogo diventa un paradiso per arrampicatori, escursionisti e biker. Del resto, come non restare affascinati da una diga di 87 metri che forma un grande bacino artificiale a 1788 metri di altitudine circondato dalle splendide montagna delle quali nasce il fiume Chiese?

Con queste premesse Il film potrebbe diventare un interessante strumento di comunicazione e di promozione turistica per promuovere un’immagine della regione diversa dal solito: un Trentino apparentemente inospitale e ostile, ma tremendamente attraente e ipnotico.

Guarda la scheda del film “La Foresta di Ghiaccio” sul sito della Trentino Film Commission.

Credits: foto Trentino Film Commission

La birra artigianale al Palazzo Roccabruna di Trento

Il Palazzo Roccabruna di Trento è la sede dell’Enoteca Provinciale del Trentino e dal 2004 è il punto di riferimento per eventi e manifestazioni che hanno come assoluto protagonista il vino. Negli ultimi anni, tuttavia, il Palazzo ha ampliato i suoi orizzonti diffondendo una maggiore cultura sui prodotti enogastronomici e artigianali più rappresentativi del Trentino.

Dal 2 al 4 ottobre il Palazzo Roccabruna ha ospitato i migliori birrifici del Trentino.
La posizione geografica della provincia, infatti, rende favorevole la produzione di questa bevanda, la cui storia risale alla fine del secolo XVIII con la nascita della prima fabbrica di birra a Piedicastello. Oggi sono molti i birrifici che recuperano questa tradizione valorizzando un prodotto che, come detto, si inserisce perfettamente nel nostro territorio.

In un precedente articolo avevamo già discusso della rivincita della birra, da bevanda di serie B a riscoperto piacere per il palato. Questa rivincita si rispecchia sia nel boom del consumo di birra artigianale, sia nel numero di microbirrifici in costante crescita, oggi ben 14 in tutto il Trentino.
Per scoprire questo riscoperto e vivace mondo, Palazzo Roccabruna ha ospitato undici birrifici: Bionoc’ (Mezzano), Birra Lagorai (Castelnuovo), Birra Rethia (Vezzano), Agraria di Riva del Garda (Riva del Garda), Barbaforte (Folgaria), Birra del Bosco (Lavis), Carador (Costa di Folgaria), Teddy Bier (Mori), Birrificio Val Rendena (Pinzolo), Birra di Fiemme (Daiano), Melchiori (Tres).

Oltre alla possibilità di degustare le loro ottime birre nella meravigliosa cornice del giardino del Palazzo, alle ore 18.00 di ogni giorno si è tenuto un laboratorio enogastronomico in compagnia di due produttori con degustazioni ed approfondimenti sulle caratteristiche organolettiche e produttive.
Noi di #trentinodavivere non potevamo di certo mancare e ci siamo presentati alla degustazione di giovedì 2 ottobre con protagonisti i birrifici Lagorai di Castelnuovo e Carador di Folgaria.

Dopo una breve presentazione in cui ci viene raccontata la storia della birra artigianale in Trentino e le caratteristiche della birra artigianale (non filtrata e non pastorizzata), finalmente passiamo all’azione! Prima proviamo una birra Lager dal gusto morbido e dissetante. Successivamente una Pilsner dal sapore maltato e moderatamente amaro. E’ quindi il turno di una birra rossa dal sapore speziato e infine di una Weizen dal sapore fruttato.
Come potete capire, quando si parla di birra artigianale ce n’è davvero per tutti i gusti!

Che altro dire sull’evento? Tutte le birre erano buonissime e la location splendida!

Se questo mondo vi affascina e vi incuriosisce, vi consigliamo di visitare i siti internet dei produttori e provare a contattarli. E’ spesso possibile andare a visitare personalmente il birrificio e degustare i loro prodotti. Approfittatene 🙂

In attesa del prossimo evento (siamo sicuri che non mancherà molto) dove poter gustare delle ottime birre artigianali, gustatevi il breve video che accompagna l’articolo!

Credits: video Andrea Monticelli © Storytellers

Vinodentro: quando il cinema promuove il Trentino

Al cinema dall’11 settembre, Vinodentro è una film, un misto tra commedia e noir, che gravita intorno all’affascinante mondo del vino e trova la sua location ideale nel Trentino. Semplice film o strumento di promozione turistica e comunicazione per promuovere l’immagine della provincia?

Vi ricordate “Basilicata Coast to Coast”? La pellicola del 2010, diretta da Rocco Papaleo e interpretata dallo stesso Papaleo, Alessandro Gassman e Giovanna Mezzogiorno, è stata un vero e proprio strumento di comunicazione e di promozione turistica per promuovere, attraverso le risorse naturali e culturali, l’immagine della regione a livello locale e globale.

Quest’anno è il Trentino a provarci con il film Vinodentro, in programmazione nelle sale italiane dall’11 settembre e presentato in anteprima il 9 settembre al cinema Astra di Trento.
La produzione, firmata dal regista Ferdinando Vicentini Orgnani, ha un cast interessante: Vincenzo Amato, Lambert Wilson, Gioele Dix e…Giovanna Mezzogiorno! Quando si dice il caso!

Come nel caso di Basilicata Coast to Coast, Vinodentro promuove le risorse del Trentino a partire da uno dei prodotti emblematici del territorio: il vino. Müller Thurgau, Marzemino, Teroldego, Nosiola e Trentodoc… sono loro i veri protagonisti dell’azione. La storia, infatti, è un misto tra noir e commedia che gravita intorno all’affascinate mondo del vino e trova nel Trentino la sua location ideale.

L’intento degli enti, tuttavia, non è solo quello di promuovere l’offerta naturalistica, ma anche quella culturale. Sono molte le location impiegate, alcune meno famose, altre immancabili biglietti da visita nella promozione del Trentino: l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, Piazza Duomo, Piazza Dante e la vecchia questura di Trento, il campo da Golf di Folgaria, la Baita Segantini e il Rifugio Rosetta immerse nel magnifico scenario delle Pale di San Martino, la Val Venegia, la Casa del Vino e i vigneti di Isera e per concludere il Mart di Rovereto.

L’intento promozionale è dimostrato dalla collaborazione con Trentino Marketing e con l’Assessorato all’agricoltura, foreste, turismo e promozione della Provincia autonoma di Trento. Il film, inoltre, ha ottenuto il contributo della Trentino Film Commission.

Riuscirà Vinodentro ad ottenere il successo sperato e a mostrare un’immagine positiva del Trentino? Per adesso il box office dimostra il contrario…Staremo a vedere!

Nel frattempo gustatevi un po’ di foto di scena scattate ormai due anni fa sul set in Piazza della Mostra a Trento. Ovviamente non potevo mancare io 🙂

Credits: foto principale Vinodentro.it e info Trentino Film Commission

Vinodentro - Il Set

Vinodentro – Il Set

Gioele Dix sul set

Gioele Dix sul Set

Foto con Gioele Dix

Io e Gioele Dix

#Albeinmalga: vivi da protagonista l’alpeggio in Trentino!

All’alba di ogni sabato di Luglio e Agosto è possibile vivere da protagonisti il mondo e le attività dell’alpeggio in Trentino. Anche quest’anno, infatti, è tornato #albeinmalga, il calendario di appuntamenti che permette di svelare la realtà che si cela dietro le malghe, custodi importantissimi delle montagne trentine.

Salire al pascolo iniziando la giornata con mucche e capre, incontrare i protagonisti della malga, accompagnarli a mungere, ascoltare le loro storie, assaggiare il latte fresco appena munto, assistere alla produzione del formaggio nostrano e alla trasformazione della panna in burro.

Questa è l’esperienza indimenticabile a contatto con la natura promessa da #albeinmalga.

E visto che noi di #trentinodavivere siamo curiosi per “natura”, non potevamo certo mancare all’appello! Decidiamo, quindi, di partecipare al primo evento previsto in programma: la visita alla Malga Stramaiolo di Bedollo, sull’Altopiano di Piné.

Quando ci dicono che l’appuntamento è alle 5 per un po’ vacilliamo, ma quando ci stanno per cedere le gambe ci facciamo forza: cosa sarà alzarsi presto in cambio di un’esperienza simile?

L'alba sull'Altopiano di Piné

L’alba sull’Altopiano di Piné

In realtà erano disponibili anche alcune camere con la possibilità di salire in malga la sera precedente, ma la “spending review” ha toccato anche noi e dobbiamo risparmiare.

Arriva il giorno fatidico. La sveglia è tiranna, ma riusciamo ad arrivare in malga con soli 10 minuti di ritardo. Certo, più che turisti sembriamo appena usciti dal set di uno “Zombie movie”.

Ecco in lontananza la malga. Una bella camminata ci sveglierà e nel frattempo ci gustiamo i magici colori dell’alba trentina e il silenzio surreale.

In attesa che il gruppo sia completo e il malgaro pronto, assistiamo alla processione delle mucche. Il tempo pare fermarsi e le lancette dell’orologio scomparire. Siamo rapiti dal ritmo lento e ipnotico di questo evento. Ci appoggiamo sulla staccionata e osserviamo le mucche svegliarsi lentamente e mettersi diligentemente in fila indiana per raggiungere la stalla.

La processione delle mucche

La processione delle mucche

Finito lo spettacolo andiamo dalle nostre amiche e conosciamo Andrea, il malgaro. Dentro la stalla non è poi così male. Bisogna schivare qualche ricordino, ma anche la persona più schizzinosa può farcela! Andrea ci spiega minuziosamente (anche con qualche sconosciuto tecnicismo) la fase della mungitura e risponde a molti dubbi e curiosità (sapevate, ad esempio, che esiste Miss Mucca? Ebbene tra le 37 mucche c’è una pluripremiata: la “bellissima” Edelweiss). In un’epoca in cui l’automatizzazione ha raggiunto anche le malghe, qualcuno di noi ne approfitta per testare la mungitura “vecchio stile”.

Ora che abbiamo scoperto da dove proviene il latte, andiamo ad assaggiarlo. Nella malga ci attende una meravigliosa tavola imbandita con tantissime prelibatezze locali: dal latte allo yogurt, dalla ricotta ai salumi, dalla crostata alla torta e chi più ne ha più ne metta! Come potete vedere nella foto, abbiamo gradito!

La gustosa colazione

La gustosa colazione

Terminata la colazione notiamo del fumo giungere dall’esterno. E’ Andrea che prepara la Tosella, il famoso formaggio dolce di montagna! E dopo una dettagliata dimostrazione, non poteva certo mancare l’assaggio, non credete?

E’ giunto il momento di lasciare Andrea al suo lavoro e proseguire la nostra giornata a contatto con la natura! Ce la possiamo fare? Sono solo le 10:30, ma sembra passata una giornata intera. Fortunatamente c’è il sole a caricarci!

Come si fa il formaggio?

Come si fa il formaggio?

 

Ecco sopraggiungere Nicola, la guida alpina che ci condurrà al Rifugio Tonini, a ben 1902 metri di altezza. La passeggiata è davvero piacevole, tra paesaggi mozzafiato e boschi interrotti da piccole cascate.

Spesso durante le escursioni ci si focalizza troppo sull’arrivo, senza far caso a tutto quello che ci si lascia dietro…Nicola è un’ottima guida anche nel guidare i nostri sensi: la vista per osservare i diversi gruppi montuosi del Trentino, il tatto per provare l’inatteso formicolio di un formicaio, l’olfatto per distinguere gli odori della flora locale, il gusto per assaporare alcune erbe commestibili e l’udito per “ascoltare” il magico “silenzio” dei boschi.

Il panorama durante l'escursione

Il panorama durante l’escursione

Dopo circa un’ora di rilassante cammino giungiamo al Rifugio Tonini. La vista da qui è eccezionale e si riescono persino a intravedere le Dolomiti. Il verde del prato e l’azzurro del cielo sembrano lottare per il premio di “miglior colore dell’anno”. Sono ancora indeciso sul vincitore…

La passeggiata ci ha messo appetito, e l’orario è quello giusto. Un’esperienza trentina non poteva che terminare con un piatto 100% trentino! Lo divoriamo con gli occhi prima che con la bocca!

Il più è fatto, non resta che tornare alla malga con una nuova passeggiata “digestiva”. Il tempo minaccia pioggia, ma fortunatamente ci risparmia.

Piatto tipico al rifugio

Piatto tipico al rifugio

 

Arriviamo in malga giusto il tempo per comprare qualche ricordino (un po’ di formaggio) e poi verso casa a collassare per il resto della giornata!

Cos’altro aggiungere? Le promesse sono state mantenute e l’esperienza è stata suggestiva e gratificante. Assolutamente da rifare e consigliare! E mi raccomando: al prossimo appuntamento con #albeinmalga andate a letto presto!

Si torna a casa :-(

Si torna a casa 🙁

 

Se anche voi avete voglia di vivere questa esperienza, non preccupatevi. Sono ancora tanti gli appuntamenti di Agosto! Su visittrentino trovate  il calendario con tutte le albe ancora in programma.

Nel frattempo gustatevi il video di #albeinmalga alla Malga Stramaiolo!

Credits: video di Andrea Monticelli

Grazie ad Andrea, Nicola e a tutti quelli che hanno reso unica questa esperienza!

David di Donatello 2014: il cinema trentino è protagonista!

Assegnati il 10 giugno i premi David di Donatello alle eccellenze del cinema italiano del 2014. “Il capitale umano” e “La grande bellezza” hanno sbaragliato la concorrenza, ma il Trentino era in prima fila con la pellicola “La sedia della felicità” girata in parte in Val di Fassa e a Trento.

Martedì 10 giugno si è svolta la cerimonia di premiazione della 59a edizione dei David di Donatello, l’equivalente italiano dei Premi Oscar.

A sorpresa è stato “Il capitale umano” di Paolo Virzì ad aggiudicarsi l’ambito premio del miglior film battendo il pluripremiato “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, fresco vincitore del Premio Oscar. E’ stata una lotta serrata tra i due registi, vincitori alla fine di 9 (Sorrentino) e 7 (Virzì) statuette.  Il regista napoletano alla fine l’ha spuntata sul numero di statuette portate a casa, vincendo anche il David per la miglior regia.

Dopo il Festival di Cannes, anche i David di Donatello hanno mostrato un Trentino da protagonista!

L’ultimo film di Carlo Mazzacurati, “La sedia della felicità”, è stato infatti girato in parte in Trentino.

Il film partiva con buoni propositi: 5 candidature (miglior film, miglior regista, migliore attrice e attore non protagonista, migliore acconciature). Nonostante la recente assegnazione del nastro d’argento (premio cinematografico assegnato dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani durante il Taormina Film Fest), il film non ottenuto alcun premio.

La serata dei David si è, tuttavia, conclusa con un meritato riconoscimento al regista scomparso lo scorso gennaio in seguito a una grave malattia: il premio alla carriera.

“La sedia della felicità” è una commedia (interpretata da Isabella Ragonese, Valerio Mastandrea, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Antonio Albanese, Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli) che narra le rocambolesche avventure di un’estetista e un tatuatore alla ricerca di un tesoro nascosto in una sedia.

Le location della commedia in Trentino sono state l’ex carcere della città di Trento e la conca di Fuciade, una incantevole valle che da Passo San Pellegrino porta al Rifugio Fuciade e permette di esplorare le cime e la vegetazione della Val di Fassa. Da non perdere assolutamente l’escursione a piedi nella conca!

Da segnalare, infine, anche il premio alla migliore fotografia per Luca Bigazzi, direttore della fotografia chiamato sul territorio trentino in due recenti produzioni cinematografiche: “L’avamposto” di Leonardo di Costanzo e “La prima neve” di Andrea Segre, girato in gran parte in Valle dei Mocheni.

Scopri le candidature e i vincitori.

Guarda la scheda del film “La sedia della felicità” sul sito della Trentino Film Commission.

Credits: foto Trentino Film Commission

Il cinema trentino approda al Festival di Cannes

Il legame tra il Trentino, il suo paesaggio e il mondo del cinema è oggi più saldo che mai. Il magistrale lavoro della Trentino Film Commission, l’unicità e inimitabilità delle location trentine e i finanziamenti per le produzioni sono i nostri fattori di attrazione. La riscoperta vitalità del cinema trentino ha raggiunto un traguardo importante: il “mitico” Festival di Cannes.

Appassionato di cinema e nuovi media, da sempre ho cercato di coniugare la mia formazione accademica nel turismo (Laurea Magistrale in Mediazione Linguistica, Turismo e Culture) con i miei interessi personali. Ne è un esempio la mia tesi, la quale indaga il fenomeno del Cineturismo talmente a fondo da permettermi di ottenere anche l’importante riconoscimento di “Migliore laureato dell’anno”. Da allora studio costantemente la relazione tra il Trentino, il suo paesaggio e l’industria cinematografica e televisiva.

Fino al 2010 questa relazione non ha conosciuto l’interesse e il successo di altre realtà regionali.

L’istituzione della Trentino Film Commission, operativa da maggio 2011, ha dato nuova linfa alla produzione audiovisiva nazionale e internazionale nella provincia di Trento. Grazie al Film Fund (finanziamenti diretti alle produzioni che scelgono il Trentino), infatti, il nostro territorio ha saputo attrarre numerose produzioni cinematografiche e audiovisive (11 nel 2011 e 17 nel 2012).

Oggi il legame con il cinema è più saldo che mai.

Il Festival di Cannes, che si è svolto dal 14 al 25 maggio 2014, ha proiettato uno scorcio di Trentino. Il ricco programma del famosissimo Festival, difatti, ha annoverato nella sezione “proiezioni speciali” il film collettivo “I Ponti di Sarajevo”.

Il progetto, diviso in 13 episodi girati da illustri registi europei tra cui spicca Jean-Luc Godard, mette a confronto vari punti di vista sulle paure e le speranze che hanno animato l’Europa a partire dallo scoppio della Grande Guerra.

L’episodio “L’avamposto” è stato girato interamente in Trentino.
Affidato alla regia di Leonardo di Costanzo (apprezzato documentarista, ha debuttato al cinema nel 2012 con il lungometraggio “L’intervallo), il cortometraggio affronta in maniera cruda e diretta il tema della Grande Guerra e le conseguenze mortali nelle trincee delle montagne italiane. La direzione della fotografia è stata affidata a un maestro della cinematografia italiana: Luca Bigazzi (fresco vincitore del settimo David di Donatello per “La grande bellezza”). Il cast è composto da Gaetano Bruno (Baaria, Gorbaciof e diverse serie TV), Emanuel Caserio (miglior attore al Roma Fiction Fest – sezione web series), Fortunato Leccese, Emiliano Masala, Giovanni Ortoleva, Andrea Meneghello, Hans Gottardi, Laurent Gjeci, Paolo Iezzi, Angelo Spadaro, Michele Comite, Martin Tranquillini e Francesco Monticelli (ebbene si, c’ero anche io!).

A questo punto la domanda sorge spontanea: sono solo i fondi ad attirare queste produzioni?

La risposta è: non solo. Nel caso di “L’avamposto” quello che ha catturato l’interesse della produzione è l’unicità e inimitabilità delle location che il Trentino offre.

L’episodio è stato girato in due luoghi emblematici.

Una giornata di riprese si è svolta sul massiccio del Pasubio nei pressi del Rifugio Achille Papa, al quale si accede mediante la “strada degli eroi”. Costruita proprio durante la Grande Guerra per raggiungere gli avamposti italiani, oggi l’affascinante e paesaggistico sentiero è molto frequentato da escursionisti a piedi e in mountain bike.

Il resto delle riprese è stato realizzato in Valle di Gresta nelle trincee del Nagià-Grom, ristrutturate con passione dal Gruppo Alpini Mori nel giro di diversi anni.

Qui il tempo pare essersi fermato e il presente cede il passo a un’epoca ancora viva e indelebile.

Se anche voi volete fare un tuffo nel passato e provare le sensazioni che il conflitto ha lasciato in eredità, questi luoghi fanno sicuramente al caso vostro!

Per maggiori informazioni: VisitRovereto

La birra artigianale in Trentino: da bevanda di serie B a “rinnovato” piacere per il palato

Il 2014 è indubbiamente l’anno della birra. Da sempre relegata a bevanda alcolica di serie B, oggi si sta formando lentamente una cultura della birra grazie al recente boom della birra artigianale, la quale pian piano affianca il vino, bevanda d’eccellenza italiana. Il Birifficio BioNoc’ ci guida alla riscoperta della buona birra.

Oggi i produttori di birra artigianale in Italia sono più di seicento, nessuna regione esclusa.

Questa nuova “coscienza” ha generato il diffondersi di eventi e manifestazioni legate a questa bevanda. In Trentino, ad esempio, lo scorso maggio si è svolto Il primo festival delle birre artigianali del Trentino: Cerevisia.

Qui abbiamo scoperto i 10 birrifici artigianali del nostro territorio e siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla bontà e dalla qualità delle loro birre. Abbiamo, quindi, deciso di andare a far visita al vincitore del titolo di miglior birrificio artigianale del Trentino: BioNoc’!

Le pale di San Martino

Le pale di San Martino

 

Il birrificio si trova nella splendida cornice delle Pale di San Martino, a Mezzano di Primiero. La vista ci lascia senza fiato, complice la giornata meravigliosa.

Ci accoglie Fabio, co-fondatore insieme a Nicola di un birrificio che ha come missione quella di “diffondere la cultura della birra attraverso la produzione di diversi stili storici”.

Ha così inizio la nostra giornata indimenticabile in cui tutto ha il sapore di birra e…Primiero!

La presentazione delle birre

La presentazione delle birre

 

 

Fabio ci racconta subito la storia dell’azienda, nata nel 2003 e portata avanti con pazienza e grandi sacrifici, per poi spiegarci le caratteristiche di una birra artigianale (non filtrata, non pastorizzata e senza additivi).

E’ giunto il momento di scoprire cosa rende il loro birrificio e la loro birra speciale: la scelta e la cura delle materie prime, il metodo tradizionale e senza additivi della produzione e l’eco-sostenibilità (il birrificio ha ottenuto la certificazione Greenway per l’impatto energetico zero).

Sapevate che il gusto e la qualità di una birra dipendono tantissimo dall’acqua? Bene, l’acqua del Primiero è purissima e non necessita di alcun trattamento.

Il cuore del birrificio

Il cuore del birrificio

 

Entriamo finalmente nel cuore del birrificio e qui Fabio ci spiega e ci mostra tutti i passaggi produttivi, dalla macinazione dell’orzo fino all’imbottigliamento.

E’ l’ora di passare dalla teoria alla pratica. BioNoc’ produce al momento 5 tipi di birra, tra cui la 100% Primiero, una birra agricola a Km 0 prodotta interamente con materie prime del Primiero.
Fabio è stato molto persuasivo, ma per essere assolutamente convinti sulla qualità delle birre bisogna prima provarle, non credete?

La degustazione

La degustazione

 

Ecco arrivare bottiglie e bicchieri e la degustazione ha inizio! Le proviamo TUTTE e con il passare del tempo oltre al grado etilico nel nostro corpo aumenta la consapevolezza di bere solo birre artigianali d’ora in poi!

Con la vista un po’ annebbiata controlliamo l’orologio. E’ senza dubbio ora di pranzo. L’esperienza 100% Primiero continua.

Il centro di Fiera di Primiero

Il centro di Fiera di Primiero

 

 

 

Fabio ci porta al Ristorante Sangrillà in pieno centro a Fiera di Primiero, dove il fratello ci preparerà dei gustosi piatti con un ingrediente base che potete facilmente indovinare: la birra!

Qui assaporiamo un gustoso risotto alla birra, un filetto alla birra (ovviamente!) e persino un dolce con crema alla birra! E pensate che sono stati usati 3 diversi tipi di birra BioNoc’.

Il dolce con crema alla birra

Il dolce con crema alla birra

 

 

Dopo il caffè abbiamo bisogno di fare due passi per digerire (e per smaltire un po’ di birra…) e Fabio ci porta a fare una passeggiata alla luppoleta per farci vedere com’è fatta una pianta di luppolo che, onestamente, non avevamo mai visto prima.

La Luppoleta

La Luppoleta

A questo punto chiudiamo con un gelato. Durante le “giornate culturali della birra” e quando i gruppi che visitano il birrificio sono numerosi, Fabio fa preparare in gelateria un delizioso gelato alla birra. Peccato non averlo potuto provare!

Ogni viaggio, anche se elettrizzante, deve giungere al termine. Con il sorriso stampato sulla faccia ci dirigiamo nuovamente al birrificio dove acquistiamo qualche birra, conosciamo l’altro socio Nicola e poi salutiamo il simpaticissimo e disponibilissimo Fabio.

Eccoci di ritorno a casa, senza dimenticare una visita al borgo di Mezzano, dichiarato uno fra i più belli d’Italia.

Finisce qui la nostra esperienza a contatto con natura ed enogastronomia del Primiero.

Se volete vivere anche voi un’esperienza 100% slow food potete contattare BioNoc’ per visitare il loro birrificio, degustare le loro birre e persino assaporare dei piatti cotti con la loro birra! Davvero da non perdere.

…e non dimenticatevi un autista sobrio!

Per info e contatti collegatevi al sito ufficiale di BioNoc’.

Gustatevi l’instaintervista realizzata a Fabio.

Credits: video di Andrea Monticelli

Le pale di San Martino

100% Mezzano: BioNoc’ e Pale di San Martino

 

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