Diario di Viaggio: alla scoperta dello Sri Lanka, terra senza confini e di infinita bellezza

L’ascesa all’ Adam’s Peak (Sri Pada). Terza puntata del nostro Diario di Viaggio: alla scoperta dello Sri Lanka, terra senza confini e di infinita bellezza.

La strada per raggiungere i piedi del monte è più stretta e instabile rispetto le altre. Ci avviciniamo in una zona più interna e montuosa del paese. Durante il tragitto abbiamo la possibilità di ammirare dei bellissimi campi coltivati a thè e a sera arriviamo a destinazione, nel piccolo villaggio di Nallathanniya, al mango tree holiday bungalow.

tour sri lanka (maps 4)

Ci aspetta un alzataccia, ma si spera anche una bellissima avventura, la scalata al monte Adam’s Peak, “il picco di Adamo”, uno dei luoghi più sacri e meta di pellegrinaggio qui in Sri Lanka. Qui, secondo musulmani e cristiani (in versioni differenti), Adamo avrebbe messo piede sulla terra dopo essere stato cacciato dal paradiso terrestre.

Sri Pada, “piede sacro”, per via dell’enorme orma che si incontra sulla sommità e che sarebbe stata lasciata, secondo i buddhisti, dal Buddha durante la sua discesa tra i comuni mortali mentre, secondo gli induisti, dal grande dio Shiva.

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Il nome più poetico rimane quello propriamente singalese: Samanalakanda, “montagna delle farfalle”, il luogo in cui si dice che le farfalle si rechino a morire. Decidiamo di partire alle 2:15. Il momento ideale è riuscire ad arrivare in vetta all’ alba, per godere del magnifico spettacolo che la natura può regalare.

Prima di andare a nanna però, gustiamo un ottima (speziata) cena  in un piccolo ristorantino con vista sulla strada, dove da tutto il pomeriggio è un continuo via vai di pellegrini.

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E’ curioso vedere come la gente si prepari alla scalata al monte, vestiti pesanti e buffi berretti di lana in testa. Dormiamo circa 3 ore e partiamo con ancora nello stomaco la cena non proprio digerita. Il percorso inizia dolcemente con scalini abbastanza larghi ma piano piano gli scalini si stringono e diventano sempre più ripidi. Statue di Buddha sparse un po’ dappertutto e piccoli templi dove la gente si ferma in preghiera.

Ho visto di tutto durante la salita, gente anziana, ragazzi con in spalla sacchi pieni di offerte, genitori con in spalle i figli neonati, monaci in silenzio assoluto, donne anziane che nonostante l’enorme fatica continuano nella marcia aggrappandosi a braccia forti di figli e nipoti, gente di ogni età addormentarsi in tutti i luoghi lungo il percorso.

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La fede nella salvezza supera e va oltre le possibilità fisiche di una persona e spero con tutto il cuore che ogni singolo individuo sia riuscito nell’ impresa e che le promesse di una rinascita migliore possano avverarsi. In alcuni punti del cammino la salita diventa strettissima, con un corrimano che divide i 2 lati. Faccio fatica all’inizio perché non ho ancora digerito la cena.

Acquisto una bibita al limone in una delle tantissime bancarelle che si trovano lungo il percorso illuminato e che vendono di tutto, cibo e bevande a volontà e riesco per fortuna a stare meglio. Andiamo avanti, siamo in coda, ci si muove di un passo al minuto, ogni tanto qualcuno da dietro spinge.

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La cosa che più mi ha colpito è questa ‘rassegnazione’, questo attendere in coda senza mai fiatare, accettare il fatto che già arrivare fin lì è un traguardo e anche se ci fossero volute altre 5 ore per la cima, sarebbe stata comunque una vittoria. Noi invece siamo meno abituati a questo e decidiamo, se non vogliamo rischiare di perdere il sorgere del sole, di percorrere gli ultimi metri fuori dal percorso stabilito, su un ‘sentiero’ laterale che costeggia i gradini. Riusciamo in questo modo ad arrivare in cima in tempo, un po’ stremati dalla fatica della salita ‘alternativa’.

Lassù lo spettacolo è unico, ne è valsa la pena. Riusciamo a vedere molto poco, non ci si può muovere con facilità, il picco è super affollato, intasato di persone stanche ma come noi contente di essere arrivate fin lì. Iniziamo la discesa, che sembra non finire più e prima di fare i bagagli e di lasciare la nostra guest house, ci aspetta una super colazione che apprezziamo tantissimo. Di certo sarà stata la fame che avevamo.

Frutta, Roti (tipico pane cingalese al sapore di cocco), thè, caffè, toast e marmellata, uova (che al mattino in Sri Lanka non mancano mai) e degli involtini (tipo crepes) con granella di cocco e miele. Salutiamo i ‘padroni’ di casa e ci avviamo zaini in spalla verso la macchina dove ci aspetta il nostro amico Raveen.

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Andrea Monticelli

 

 

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