Diario di Viaggio: alla scoperta dello Sri Lanka, terra senza confini e di infinita bellezza

Direzione Sigiriya, la fortezza di pietra. Quarta puntata del nostro Diario di Viaggio: alla scoperta dello Sri Lanka, terra senza confini e di infinita bellezza.

Partiamo in direzione nord, verso l’antica città di Sigiriya, un sito archeologico Patrimonio dell’ umanità, che contiene le rovine di un antico palazzo costruito durante il regno di re Kasyapa (477 – 495 d.C.). La vecchia città sorge su di un antica roccia (Lion Rock) alta 370 metri. Vogliamo essere lì per il tramonto e godere della stupenda vista che dall’ alto domina la piana circostante.

tour sri lanka (maps 5)

In Sri Lanka in questo periodo il sole sorge prestissimo, intorno alle 5 e 30, e tramonta un po’ dopo le 18:00. Durante il nostro tragitto abbiamo modo di vedere stupende piantagioni di thè e donne al lavoro per la raccolta. Passiamo davanti ad un maestoso tempio Indù prima di far sosta al Ranweli Spice Garden, un bellissimo giardino di spezie a Matale.

 

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Per entrare non si paga l’ingresso, la guida è gratuita ed alla fine del giro vi invoglierà (ma senza nessun tipo di insistenza) a fare acquisti di erbe, spezie, creme e unguenti di ogni tipo che servono a prendersi cura del nostro corpo.

L’uso di spezie è legato ad una delle medicine utilizzate in Sri Lanka, l’ayurveda, un sistema medico ampio e complesso comprendente aspetti di prevenzione, oltre che di cura, che permetterebbero se applicati rigorosamente, di vivere più a lungo e di migliorare la propria salute e rispettare il proprio corpo.

Tutto questo con l’utilizzo di rimedi naturali, olii medicali, polveri di erbe e spezie. Il giardino è molto interessante e la nostra guida molto preparata. Ha varie piante, cacao, caffè, spezie di tutti i tipi, pepe, cannella, zenzero, cardamomo, noce moscata, etc. Ci offre un thè, ci spiega a cosa servono le varie piante e poi ci conduce nel negozio vero e proprio.

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Compriamo solo una di bustine di polvere di zenzero e una di un rimedio per sbiancare denti e rinforzare gengive (così ci dicono) e ripartiamo in direzione Lion Rock. Arriviamo mezz’ora prima delle chiusura della biglietteria (l’unica cosa negativa è il prezzo un po’ alto).

Ci incamminiamo, il percorso è attraversato da un complesso di fossati e giardini che conducono alla base della roccia.

Si raggiunge una prima terrazza, decorata con degli affreschi, antiche pitture rupestri molto ben conservate di alcune fanciulle, presumibilmente rappresentanti le numerose concubine del re Kasyapa e poi attraverso una scala di acciaio si sale verso la cima della roccia.

Rimangono solo i resti di alcune statue di leoni, che un tempo forse fungevano da ingresso al palazzo reale.

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La leggenda narra che l’ambizioso Re Kasyapa murò vivo il padre al fine di destituirlo e fece deportare il fratello Mugalan per impadronirsi del suo regno. La paura però che il suo stesso karma gli si potesse rivoltare contro, magari prendendo le sembianze del fratello, lo indusse a erigere delle mura intorno alla roccia e a costruire una cittadella fortificata proprio sulla sommità del promontorio.

Una volta saliti i 1500 gradini (la salita non è comunque faticosa) che ci portano in cima, lo spettacolo è unico, ammiriamo il panorama a 360 gradi in tutta la sua bellezza. I colori del cielo sono stupendi e pian piano il giorno fa posto alla notte.

Arriviamo al Village Guest Sigiriya, dove passeremo la notte. E’ una casa privata, con della stanze per ospiti. La famiglia che lo gestisce è molto accogliente ed ospitale. Incontriamo una coppia di francesi e ceniamo con loro.

E’ tutto molto squisito, riso con curry, pollo, verdure e persino il dolce (un gelato alla vaniglia). Ci servono delle birre (non sempre di facile reperimento, perché per vendere gli alcolici in Sri Lanka serve una licenza molto costosa che non tutti possono permettersi) e ci offrono anche uno dei liquori tipici dell’isola, il coconut arrack, una specie di rhum al cocco mischiato con Seven Up.

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Abbiamo ancora il tempo di fare 2 chiacchiere con la signora che ci ospita e di giocare un po’ con le bambine di casa e poi dritti a nanna. Riusciamo anche a dormire un po’ visto la fatica accumulata la notte prima (ascesa all’ adam’s peak) e la mattina siamo di nuovo in forma pronti per una nuova avventura.

Facciamo un abbondante colazione con uova, Pol Sambola (un impasto di cocco, cipolle, succo di lime e pepe), thè, Rotti con marmellata e siamo di nuovo in macchina direzione Minneriya National Park.

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Andrea Monticelli

 

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