I “fantasmi” di Vetriolo Terme: gli hotel abbandonati

Finalmente è arrivato Marzo, le giornate si allungano, il sole inizia a scaldare, la natura si risveglia. Insomma il mese ideale per stare fuori all’ aperto (occhio però perchè la mattina fa ancora freschetto). Ne abbiamo approfittato anche noi per uscire dal letargo e in una mattina limpida e soleggiata, ci siamo diretti in Valsugana, direzione Levico Terme e poi più su verso il paesino di Vetriolo, piccolo centro termale.

In questa piccola località sgorga l’acqua arsenicale – ferruginosa che fa di Vetriolo “la più alta stazione termale d’Europa” (1500 mslm). A pochi minuti d’auto da Vetriolo Terme si raggiunge la Panarotta (2.002), porta occidentale del Lagorai. Paesaggio incantevole che ti accoglie con le sue valli, le montagne, i laghetti alpini, le baite, la natura.

Vetriolo, negli ultimi anni, ha perso un po’ di attrattiva turistica. In questo periodo, essendo le terme ancora chiuse, il paesino assume un aspetto a dir poco surreale. A ricordare però gli antichi splendori del passato, a 2 passi dal ‘centro’, troviamo tre grandi alberghi dismessi (gli ex hotel Trento, Italia e Milano). L’impatto visivo è importante, la sensazione è quella di trovarsi in un paese completamente abbandonato e dimenticato da tutti (se non fosse per i nuovi appartamenti costruiti accanto alle terme). Le strutture, abbastanza imponenti, si legano così al territorio e creano un tutt’ uno con il paesaggio circostante. Di certo non potevamo stare lì con le mani in mano e impugnata la reflex abbiamo deciso di ‘visitare’ ad uno ad uno gli alberghi.

Di solito non ci stupiamo cosi facilmente, ma devo dire che è stato un susseguirsi di emozioni, sembrava di trovarsi in luoghi abbandonati in fretta e furia. Non considerando ovviamente le visite di ladri e vandali, all’ interno si trovano ancora cucine, tappeti, poltrone, sedie, addirittura un vecchio pianoforte a corda, pagine di libri riverse a terra, vecchi televisori, telefoni e vecchie candele. Il tutto porta evidenti i segni del tempo ed ha ancora intorno a sè un aura di mistero, un alone di quasi sacralità. Posti importanti che hanno fatto la loro storia e meritano ancora una certa forma di rispetto. A voi le foto!

 

 

Andrea Monticelli

Tour fotografico nei dintorni di Trento: le ex caserme del Bondone

Ex Caserme Monte Bondone di Trento

Ogni tanto piace anche a noi di Storytellers fare dei giri all’aria aperta, lontani dalla monotonia degli uffici, cercando il contatto con la natura ed il paesaggio. Siamo andati sulle Viote del Bondone, la montagna di Trento…

La natura ci offre sempre emozioni nuove, soprattutto in questa stagione, l’inverno, che con la sua neve ci regala dei paesaggi mozzafiato. E visto che a noi piace tanto raccontare per immagini, in una mattinata invernale, partiamo in direzione monte Bondone, la montagna di Trento.

La giornata è decisamente piacevole, clima perfetto, sole e nuvolette sparse qua e la. Arriviamo in macchina sulla piana che è anche un bellissimo centro Fondo, che dà la possibilità al fondista di sciare nella magnifica conca ai piedi delle Tre Cime del Monte Bondone.

Costeggiamo il parcheggio e prendiamo la strada in direzione Garniga, dove parcheggiamo l’auto al lato della strada e iniziamo a preparare le nostre reflex. Il nostro intento è quello di portarci a casa un po’ di belle immagini.

La zona è ricca di storia. Siamo su una vera e propria strada militare costruita dagli austriaci nel 1907, che da Trento saliva alle Viote passando per Sardagna, Candriai e Vason. Con stupore ci ritroviamo davanti le caserme che furono costruite appunto sempre dagli austriaci prima della Grande Guerra, con lo scopo di creare una linea di difesa inespugnabile. Le ex caserme imperiali delle Viote sono delle grandi costruzioni  austro-ungariche in pietra che un tempo avevano dormitori, cucine, ospedali e officine per la riparazione dei pezzi d’artiglieria. Alcune sono state recuperate ed adibite ad altra attività, altre sono purtroppo in stato di abbandono.

Queste sono le foto scattate da noi quel giorno e, nonostante lo stato di abbandono, a noi piacciono tanto anche cosi. La sensazione che si prova all’interno di queste grandi costruzioni è qualcosa di inspiegabile…ti riportano indietro ad altri tempi, e ne son successe di cose in questi  109 anni da quando è stata posata la prima pietra.

 

 

 

Andrea Monticelli

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